A proposito del Polo Universitario di Agrigento
12:00 – Per una studentessa agrigentina come me dovrebbe esser semplice parlare della realtà universitaria della propria città e dovrebbe costituire motivo di vanto farlo. Ed invece sento il bisogno di scrivere qualcosa che addolora profondamente me e migliaia di altri giovani agrigentini. La notizia ci è stata resa nota qualche giorno fa:”Il Polo Universitario di Agrigento sta per chiudere”. Per una, forse, strana coincidenza questa notizia ha seguito di pochi giorni un’altra a livello nazionale:” Agrigento: ultima città capoluogo fra le città di Italia”. Credo che vi sia un nesso profondo fra le due cose, se non a livello temporale, certamente nella linea della causa-effetto: quando ad una terra le si toglie occasioni di crescita culturale,momenti durante i quali protagonisti di domani riescono ad alzare la testa, le togli le possibilità di crescere, allora quella terra purtroppo, mortificata e martoriata, è destinata ad impoverirsi divenendo l’ultima città di Italia. Come fa, quindi, una giovane come me a non indignarsi ed a non vedere in tutto ciò il frutto di scelte politiche sbagliate da parte di quanti hanno governato in questi ultimi anni? Mi chiedo, è proprio inevitabile tutto ciò? Si è consapevoli del fatto che in questo modo si nega il diritto allo studio di circa 3.000 giovani che, fra mille difficoltà, hanno scelto di studiare e che molti di questi sono impossibilitati economicamente a spostarsi in altra città per seguire gli studi? Spesso a noi giovani viene detto che siamo “la speranza di domani”. Ed è alla speranza che non si rassegna che voglio dare voce, nell’auspicio che qualcuno sia pronto ad ascoltare. Il Polo Universitario agrigentino, nel momento della sua nascita, qualche decennio fa, è stato salutato con grande entusiasmo. Si è individuato in questa nuova realtà un momento di riscatto, di potenziale crescita culturale ed economica, l’inizio di una fase nuova. Nel tempo le risorse si sono assottigliate, i fondi diminuiti, e gli enti locali hanno potuto partecipare in maniera sempre minore.Con un briciolo di fantasia e magari lungimiranza mi chiedo: Cosa si potrebbe ancora fare? In un momento così difficile, si può ancora parlare di azioni e provvedimenti mirati al potenziamento e sviluppo del Polo Universitario di Agrigento? Potrà ancora Agrigento divenire motivo di interesse culturale per tanti giovani e motore trainante per lo sviluppo della nostra terra? Purtroppo, dovremo assistere all’ennesimo fallimento decretato da una classe politica miope ed indifferente. Forse è pretendere troppo vivere in condizioni di normalità? Agrigento e la sua provincia merita più interesse, più amore, più attenzione. Vorremmo immaginare un futuro che ci veda in prima linea nell’assunzione delle nostre responsabilità e la nostra Università rappresenta una significativa possibilità, l’ormai unico fiore all’occhiello della provincia agrigentina. Forse è utopia immaginare un Polo Universitario di eccellenza, di cui andare fieri, ed a motivo del quale, un giorno, se ne possa scrivere con entusiasmo come lo strumento che ha contribuito a cambiare in meglio la storia di questa terra.
LA REDAZIONE