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Pullara: Sulle stabilizzazioni del personale sanitario impegnato durante la pandemia

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Nota: Questo comunicato non è un articolo prodotto dalla Redazione di “TV SICILIA 24”, ma una nota stampa esterna di cui pubblichiamo integralmente.


“Pullara: Oggi in commissione speciale proposta all’assessorato di utilizzare fin da subito i posti vacanti disponibili nelle nuove dotazioni organiche per stabilizzare il personale sanitario impegnato durante la pandemia.
Nell’audizione di oggi in commissione uno dei punti dell’ordine del giorno era nuovamente inserito quello relativo all’attuazione dell’articolo 1, comma 268, della legge 30 dicembre 2021, n. 234 in ordine al percorso di stabilizzazione del personale che ha prestato servizio durante l’emergenza da Covid-19″. Sono le parole del deputato regionale della Lega e presidente commissione speciale di indagine e di studio per il Monitoraggio dell’attuazione delle leggi.  “Nel costatare”spiega Pullara“il perdurare dell’assenza dell’assessore per la salute Razza e dei vertici dei dipartimenti competenti, era presente il capo di gabinetto che ha riportato l’idea dell’assessorato che all’applicazione della norma si sarebbe potuto guardare con i fondi PNRR, ricordando che questi fondi avrebbero determinato la nascita di Case di Comunità, Ospedali di Comunità e anche nuove Centrali Operative Territoriali. Io, in qualità di presidente della commissione speciale di monitoraggio e attuazione delle leggi, fermo restando la risoluzione di cui sopra, per gli eventuali esuberi, ho suggerito per dare immediatamente corso alla stabilizzazione del personale sanitario impegnato durante la pandemia, di utilizzare, fin da subito, a tal fine, i posti vacanti disponibili nelle nuove dotazioni organiche. Attendiamo ora la risposta dall’assessorato che sarà chiamato nuovamente in commissione per relazionare. Occorre dare risposte immediate”conclude Pullara“soprattutto quando si può non rimandare a progettualità che vedranno la luce chissà quando e mantenere da un lato la sanità in uno stato di non buona salute e dall’altro, quello dei lavoratori, lo stato di precarietà di bisogno e non libertà”.

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