I due giovani morti in un’ incidente stradale sulla Raffadali – Agrigento. L’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano: “Gaetano e Martina non sono morti, ma sono nati al Cielo”.
Sono terminati da poco i funerali dei due giovani 17enni, Gaetano Maragliano e Martina Alaimo, morti a seguito di un incidente stradale avvenuto lo scorso 13 Ottobre, sulla strada Statale 118 che collega Agrigento con il loro comune di residenza, Raffadali. Una Piazza “Progresso”, transennata per realizzare un percorso obbligatorio che ha consentito, a tutti quelli che hanno voluto dare l’ultimo saluto ai due ragazzi, nel rispetto delle norme anti-Covid e dunque mantenendo le necessarie distanze. Due bare, collocate al centro della piazza, gremita di gente, con tante lacrime, ha accompagnato i due feretri per l’ultimo saluto alla città. Una città, distrutta dal dolore, per la perdita di due fanciulli, che un tragico destino li ha privati della loro infanzia e crescita nella loro unione e felicità.
Durante la Celebrazione Eucaristica, l’Arcivescovo di Agrigento, Mons. Alessandro Damiano, durante l’omelia, ha commentato la morte dei due ragazzi: “Gaetano e Martina non saranno più in mezzo a noi, ma continueranno per sempre ad essere in noi, ci guarderanno dal cielo. Solo un breve pensiero, partendo dalla consapevolezza che nessuno di oggi vorrebbe trovarsi qui. Se ci siamo è per dire, per gridare con Marta, la sorella di Lazzaro, da una parte disperazione: – Signore se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto -. Anche noi, di fronte a ciò che è inspiegabile, che non trova motivazione, pensiamo: – Ma dov’era il Signore in quel momento? – . E’ questo che fa Marta ed è questo quello che molti di noi, me compreso, ci siamo chiesti in occasioni tristemente imprevedibili nelle quali ci siamo imbattute”. – Ha continuato, l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Alessandro Damiano, singhiozzando e preso dall’emozione: “Non è facile. Ci vuole di fronte a certi eventi della vita il coraggio di non avere risposte e di non affannarsi a cercarle. Non è da tutti questo coraggio, però è un coraggio che ci vuole. Non è facile guardare oltre le porte dello spavento supremo, ma è lì che dobbiamo indirizzare i nostri occhi, pieni di lacrime giustamente, se vogliamo incontrare gli occhi pieni di luce di Gaetano e di Martina. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e resuscitato, così come anche quelli che sono morti Dio li radunerà, per mezzo di Gesù, insieme con lui. In forza di questa fede oggi ferita, possiamo e dobbiamo dire, con un atto della nostra volontà corroborata dalla fede, che Gaetano e Martina non sono morti, ma sono nati. Sono nati al Cielo, mentre noi continuiamo a partecipare, con tutta la Creazione, all’attesa della rivelazione dei figli di Dio”.
Tutta, Raffadali, ha voluto accompagnare, i due fanciulli, saracinesche chiuse per i commercianti, e bandiere a mezz’asta in segno di lutto. Un lutto che colpisce, non solo i cuori dei familiari, ma di tutta la comunità Raffadalese e non.