Riflessioni del buon Battaglia che come tanti milioni vivono in questo momento di pandemia del Coronavirus.
Simone Pietro Costanza
Un momento surreale che stiamo vivendo che non somiglia a niente, è un pezzo della mia vita che vivo con gli occhi chiusi e l’animo in attesa di qualcuno che mi dica è tutto finito. E quel mondo che si sta allontanando, che non tornerà più ad esserci, che non piaceva a nessuno, del quale tutti si lamentavano, eppure temo che di quel mondo proveremo una crescente nostalgia. Ognuno con le sue abitudini con i suoi tempi e con le sue pause. L’uomo si adatta a tutto, ed ecco che dopo parecchi mesi di paralisi emozionale e fisica, anch’io ho cercato di riadattarmi a questi strani momenti di semilibertà, il disegno tralasciato da decenni ora come un vero amico mi affianca nelle prime ore mattutine, la scrittura di alcuni ricordi degli anni passati hanno scaturito un certo interesse di pubblico e di testate giornalistiche, la ginnastica o la palestra in casa da solo o quanto è permesso con il “Buon Emilio” mi rattristisce ma anch’essa mi accompagna per il resto del tempo… e la musica (il pianoforte) vecchia amica che da tanti anni mi viene in soccorso nei momenti allegri o tristi, non chiedendomi mai perché l’abbia tralasciata. E allora mi chiedo perché in questo tempo sospeso fra il reale e l’irreale, come in assenza di gravità, i Mass-media e soprattutto la Rai, non approfitti di questa tregua sabbatica di settimane, di mesi, per sconvolgere totalmente i suoi palinsesti dando al paese e anche al buon Battaglia, l’opportunità di crescere culturalmente. Perché non ci accompagni con nuovi palinsesti programmando finalmente i grandi film, gli sceneggiati d’autore come: Odissea, Pinocchio, I Promessi Sposi, Il Conte di Montecristo, Il mulino del Po’, I fratelli Karamazov, Madame Bovary.. i grandi concerti di musica classica, di jazz, di pop, i documentari sulla vita e dei nostri pittori, dei grandi scultori, la lettura dei testi dei grandi scrittori letti ed interpretati dai nostri attori più geniali, la prosa, la poesia, la danza, insomma perché non diamo la possibilità a milioni di utenti di scoprire che c’è altro, al di là dello sterile sproloquio dei salotti frequentati da vip o dai soliti tuttologi e opinionisti mercenari.
Concludo pensando che l’incertezza di questo tempo è l’habitat naturale della vita umana, ma sfuggire all’incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della nostra serenità. È per questo che una serenità autentica, adeguata e totale sta solo in noi ritrovarla in qualsiasi momento della nostra vita, insieme c’è la faremo…