Nell’atto parlamentare si fa riferimento alla legge di stabilità nazionale che prevede la dismissione delle quote della Regione. “Innanzitutto – dice Cracolici – l’applicazione della norma appare discutibile poiché agirebbe su ambito di competenza specifica della Regione. In ogni caso vi sono norme regionali che intervengono in materia di cessione di quote regionali nelle partecipate non ancora attuate perchè in attesa della valutazione da parte dell’advisor del valore delle azioni”.
Secondo Cracolici la decisione del CDA di avviare le procedure di dismissione della partecipazione della Regione “non può avere alcun valore giuridico”, anche perché “avviata sulla base di una valutazione incongrua relativa al solo valore nominale, che può configurare danno erariale”.
Nell’interrogazione Cracolici chiede dunque di “bloccare la dismissione, diffidando il socio di minoranza in tal senso” e contestualmente chiede di “dare corso alla valutazione della società per giungere ad un bando internazionale, unico strumento con il quale prevedere l’eventuale cessione delle quote riconoscendo il diritto di prelazione al socio di minoranza solo a parità di valutazione che il mercato determinerà”.