Stasera, ultima puntata del Commissario Montalbano. Agrigentini nel Cast Attori. Anticipazioni.
Dopo il grande successo di lunedì scorso con la prima nuova puntata del Commissario Montalbano, ritorna con la seconda ed ultima puntata, dal titolo “Un diario del ’43”, questa sera a partire dalle ore 21:25 su Raiuno.
La serie televisiva “Il Commissario Montalbano”, molto seguita in tutta Italia, da vent’anni, scritto dall’agrigentino Andrea Camilleri. Il 2019 è anche l’anno del ventennale della trasposizione televisiva del personaggio, visto che il primo episodio (“Il ladro di merendine”) è andato in onda il 6 maggio 1999, su Rai 2.
Nasce negli anni, le storie del commissario di Vigata, cittadina sul mare in provincia di Agrigento (un nome di fantasia che nei romanzi corrispondono alle città di Porto Empedocle) Montelusa (“Maddalusa”, una contrada di Agrigento, che si affaccia sul mare), però registrate in provincia di Ragusa, hanno raggiunto uno straordinario successo di ascolti. Non soltanto nelle prime visioni, durante le quali sono stati raggiunti anche picchi di 11 milioni di spettatori e del 44% di share, ma anche nelle repliche.
Il Commissario Montalbano, inoltre, è amatissimo anche all’estero: le varie puntate sono state tradotte e trasmesse in circa 60 paesi. È soprattutto in Gran Bretagna e negli Stati Uniti che la fiction ha riscosso un grande successo, diventando un’eccellenza televisiva italiana.
Tra i protagonisti principali ci saranno Selene Caramazza, la giovane e brava attrice di Favara, Premio Vittorio De Sica per il film “Cuori puri”; Silvia La Monaca, attrice e regista di Canicattì, che da anni impegnata tra stand up comedy, treatro e radio; ha collaborato anche con Massimo Cotto e Maurizio Faulisi, come attrice ed autrice per Virgin Radio; ed infine, Nino Bellomo, attore agrigentino di 97 anni, che interpreterà il personaggio di Angelino Todaro, personaggio principale della puntata. Noto anche, come storico agrigentino e attore di diversi film molti noti come: “Blues metropolitano” del 1985, “Il Giudice Ragazzino” del 1994, “La Lupa” del 1996, “Linda e il Brigadiere 2” del 1998, “Indovina chi sposa mia figlia!” del 2010 e diverse puntate nei 20 anni del Commissario Montalbano.
Nel secondo dei due episodi, “Un diario del ’43”, tratto da due racconti di Camilleri (Il diario del ’43 e Being Here), Montalbano entrerà in possesso di un diario, trovato sepolto nella sabbia dal preside Burgio. La data incisa sul libricino è il 1943 e il suo contenuto è a dir poco spiazzante: qualcuno, mentre si combatteva la seconda guerra mondiale, aveva scoperto qualcosa di terribile e aveva tramandato le informazioni in un piccolo diario.
A scrivere era stato un giovane fanatico fascista 15 anni, un certo Carlo Colussi, che raccontava di un attentato contro gli americani sbarcati in Sicilia. Il commissario dovrà dunque indagare per capire se l’attentato si sia verificato davvero, o se sia rimasto solo un proposito.
Nel corso della puntata, inoltre, si scoprirà che l’autore del diario è poi emigrato in America. Torna dunque il tema delle migrazioni, questa volta dall’Italia verso un altro paese.
La storia si intreccia con quella di un 90enne, John Zuck, vigatese di nascita che durante la guerra fu fatto prigioniero dagli americani. Con la morte dei genitori in un incidente stradale, l’uomo decise di restare negli Stati uniti. Una volta tornato a Vigata, però, scopre il suo nome inserito erroneamente sulla lapide dei caduti in guerra e chiede aiuto a Montalbano.
Il giorno dopo, un altro novantenne, Angelino Todaro, uno dei più ricchi imprenditori della città, viene trovato morto. Montalbano sarà dunque chiamato a indagare sulle tre storie, che si riveleranno sorprendentemente collegate tra loro.
L’episodio, inoltre, è un omaggio all’attore Marcello Perracchio, morto nel luglio 2017 a 79 anni. Nella fiction, Perracchio interpretava il dottor Pasquano, il medico legale che tante volte ha affiancato Montalbano nelle indagini. Nel corso della puntata, Montalbano si recherà nella casa di Pasquano e seguirà il corteo funebre per il medico fino al cimitero monumentale di Scicli, dove il dottore verrà poi seppellito. La produzione, su richiesta dello stesso Zingaretti, ha deciso infatti di celebrare la morte del dottore e di non sostituirlo con un altro attore.