La Moby Zazà lascia il porto di Porto Empedocle con a bordo 28 migranti positivi al Coronavirus
Sono risultati positivi al Coronavirus, ventotto dei migranti salvati in acque internazionali dalla nave Sea Watch e imbarcati sulla nave-quarantena Moby Zazà. La nave, nel primo pomeriggio, ha lasciato il porto di Porto Empedocle, dov’era ormeggiata da alcuni giorni. I tamponi sui 209 migranti presenti sulla Moby Zazà sono stati effettuati ieri mattina mentre ieri sera è stato reso noto che uno di loro era stato ricoverato al reparto “Malattie infettive” dell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta. Inizialmente si trattava di un caso di sospetta tubercolosi poi l’esito del tampone ha confermato la positività al Covid19. Sulla nave altre 47 persone, arrivate con precedenti sbarchi, erano già in sorveglianza sanitaria in un’area diversa rispetto a quella dove erano stati collocati i migranti salvati dalla Sea Watch.
Dalla Sea Watch rendono noto che: “L’allerta è partita dopo che un caso asintomatico è stato segnalato dal personale medico di bordo alle autorità prima dello sbarco. Pur non avendo ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale dalle autorità sanitarie, oggi abbiamo richiesto un secondo tampone per il nostro equipaggio, che già si era sottoposto al test prima della partenza, con esito negativo. Il nostro personale medico ha messo in atto il protocollo di monitoraggio dell’insorgere di potenziale sintomatologia nelle persone presenti a bordo, con relativa trasmissione dei dati alle autorità competenti – spiegano dalla ong tedesca – Il provvedimento di quarantena ci è stato notificato ieri. Inizialmente ci siamo chiesti il motivo dell’imposizione della misura di quarantena, e non di isolamento precauzionale, in attesa di avere ulteriori informazioni sullo stato di salute dei naufraghi, dal momento che il nostro equipaggio, come previsto dal protocollo di sicurezza interno sul contenimento del rischio contagio, non sarebbe comunque sceso dalla nave. Sea-Watch – evidenziano – ha osservato con rigore un protocollo medico di prevenzione Covid19 a bordo, prima, durante e dopo i soccorsi”.
La portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi ha dichiarato: “Le persone soccorse hanno trascorso ore, talvolta giorni, ammassate in imbarcazioni fatiscenti. Quasi tutte provengono da periodi di confinamento o detenzione in massa in condizioni disumane in Libia, dove, secondo un comunicato diffuso da International Rescue Committee, i contagi di Covid19 sono raddoppiati nelle ultime due settimane. Siamo coscienti di operare in un contesto pandemico e ci siamo preparati per mesi per sviluppare e adattare le relative procedure sanitarie, non possiamo però sottrarci al dovere, che dovrebbe essere dei governi europei e non della società civile, di soccorrere queste persone e portarle in salvo”, ha aggiunto Linardi. “Il soccorso attraverso navi organizzate con personale medico e procedure idonee al passaggio di consegne alle autorità costituisce una garanzia di sicurezza rispetto agli arrivi incontrollati. Questa situazione – ha concluso – è stata finora gestita con la massima cautela e collaborazione da parte dell’equipaggio e delle autorità”. Sea-Watch ha informato le autorità dello stato di bandiera rispetto alla situazione. L’organizzazione chiede il supporto del governo tedesco in solidarietà con l’Italia.
Le rassicurazioni del Viminale: “Garantita sicurezza sanitaria”
“Le procedure adottate per i migranti sbarcati dalla nave Sea Watch e accolti per la quarantena obbligatoria a bordo del traghetto Moby Zaza, che ha da poco lasciato il porto di Porto Empedocle, garantiscono la piena tutela della sicurezza sanitaria del Paese”, riferiscono fonti del Viminale precisando che “tutti i migranti sono stati sottoposti fin dal loro arrivo alle procedure previste dalle linee guida sul sistema di isolamento protetto elaborate dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute”.
Nuovi tamponi per i 181 migranti negativi
I 181 migranti che erano assieme ai 28 risultati positivi al tampone fra due giorni verranno sottoposti ad un nuovo test rino-faringeo. C’è il rischio, infatti, che il loro tampone, attualmente negativo, possa positivizzarsi con il passare delle ore. I soggetti dovrebbero essere stati – ma non ci sono conferme ufficiali al riguardo – spostati rispetto a dove si trovano gli infetti.