Tutta colpa di Solone: la regia di Volpe convince e conquista il pubblico del Pirandello
Sabato 8 e domenica 9 marzo il Teatro Pirandello di Agrigento ha ospitato una bellissima pagina di teatro politico.
In scena “Tutta colpa di Solone” di Andrea Cirino, per la regia di Giovanni Volpe, adattamento teatrale di Cirino e Volpe.
La commedia, ha proposto una riflessione moderna sullo stato dell’arte della politica che trova linfa vitale nelle radici antiche di una Magna Grecia mai avara di insegnamenti.
L’opera si apre con una conversazione “impossibile” tra il legislatore ateniese Solone (interpretato da Franco Bruno) e il suo servo ( Francesco Maria Naccari), sviluppando un dialogo tra passato e presente, in un intreccio che si concentra in particolare sulla critica di alcuni aspetti della società del tempo.
I due personaggi vengono evocati nel sogno dal protagonista del racconto Niria (interpretato da Paolo di Noto), un uomo dei nostri giorni che si interroga sulla società contemporanea.
“Una riflessione – scrive Giovanni Volpe – che pone interrogativi sulle responsabilità di ognuno in un tempo che, come diceva Solone, è giudice inflessibile delle scelte umane. In questo nostro tempo in cui le città sembrano dimenticare la loro anima – continua Volpe – Tutta colpa di Solone è un viaggio teatrale tra sogno, storia e impegno civile, alla riscoperta di quanto, delle loro essenze , sia andato perduto”.
Il viaggio onirico diventa dunque il pretesto per il regista per tracciare, con pensiero lucido, il profilo della politica e della società italiana, ed agrigentina in particolare, partendo dagli anni ’40, il bombardamento del luglio del ’43, la frana del 1966 , l’abusivismo edilizio, lo scandalo del manicomio di Agrigento, la fine della prima repubblica.
La commedia è arricchita dalla presenza di diversi personaggi, attori bravissimi del Nuovo Piccolo Teatro Città di Agrigento: Zarcone, un paziente di un manicomio (interpretato da Giovanni Moscato), la madre ( Rosa Maria Montalbano), il nonno (Pippo Crapanzano), lo zio Lollò( Gero Galvano), Luisa moglie di Niria ( Marcella Lattuca) e un politico senza scrupoli, tale Cannella (interpretato da Nicola Puleo).
Nello staff, Chiara Gervasi aiuto regista, scenografia e costumi realizzati da Donatella Giannettino, musiche originali di Angelo Sanfilippo, direttore scena, Rosy Mandracchia e produzione esecutiva di Caterina Montalbano.
Trarre da un romanzo un testo teatrale non è facile; l’opera attinge dal cosiddetto teatro di narrazione. Volpe e Cirino hanno costruito dialoghi intensi e una struttura solida che, disegnando dei flashback, descrive bene gli avvenimenti accaduti nel corso del passato con l’intento di far capire quello che sta avvenendo nell’ambito della struttura narrativa, aiutando lo spettatore a seguire i continui mutamenti spaziali e temporali.
Lo spettacolo risulta così fluido, chiaro e godibile dall’inizio alla fine.
“Vorrei ringraziarvi tutti ad uno ad uno – ha detto alla fine Andrea Cirino emozionato- ho voluto portare ad Agrigento come prima nazionale quest’opera per celebrare Agrigento Capitale Italiana della cultura. Gli attori che vi abbiamo presentato non hanno nulla da invidiare agli attori internazionali. Mi auguro che questa commedia possa girare in Italia perchè è molto attuale. Parla di noi, di tutti noi. Grazie a Giovanni Volpe e a tutti gli attori che hanno saputo creare questo sogno”.
Un “sogno” che il pubblico ha apprezzato, regalando in più occasioni applausi a scena aperta.