L’evento, che si è chiuso domenica scorsa con la premiazione ed un grande banco d’assaggio, ha approfondito le peculiarità dell’offerta e le opportunità di un mondo effervescente in continua evoluzione: “Il riconoscimento – spiega Guzzo – è il frutto di una trentennale attività e, soprattutto, di intuizione che mi ha portato a spumantizzare i vini siciliani col metodo italiano. Infatti, dopo aver maturato esperienza nel campo della spumantistica tradizionale, quindi con la rifermentazione in bottiglia, secondo il metodo francese, ho fatto la scelta di utilizzare il metodo italiano con la rifermentazione in autoclave a tenuta di pressione, per esaltare le caratteristiche dei nostri vitigni”.
Il Metodo italiano, infatti, utilizza vasche in acciaio a tenuta stagna in cui avviene la rifermentazione del vino base a cui vengono aggiunti zuccheri e lieviti. L’attività dei lieviti provoca la produzione di anidride carbonica, che rimane nel vino grazie all’ermeticità del recipiente. La pressione interna nell’autoclave di 6 atmosfere, infine, blocca la fermentazione e previene la dispersione delle sostanze volatili profumate.
Per Guzzo, però, passare al metodo italiano non è stato facile: “Una scelta di campo avvenuta dopo un travaglio interiore”, ci confida: “C’è, infatti, nel mondo del vino, la considerazione che per essere uno spumante di qualità deve essere prodotto con metodo tradizionale, con una rifermentazione in bottiglia di diversi mesi, seconda la tipologia. Il metodo italiano – aggiunge l’enologo – è quello ideale per esaltare i caratteri tiolici, e varietali delle nostre uve. Caratteri spiccati li possiamo trovare nei vitigni di varietà autoctone, come il Catarratto e il Grillo e in quelli a bacca rossa, in particolare con il Frappato, il Nero d’Avola ed il Nerello Mascalese. Queste caratteristiche danno vita a vini freschi e spumanti di qualità che conquistano i gusti dei consumatori e sono vincenti sul mercato. Col metodo in autoclave- sottolinea Guzzo – i vini si fanno uscire nell’annata, si sfruttano i caratteri primari dell’uva. Siccome le nostre uve sono particolarmente dotate, i miei spumanti stanno avendo particolare successo. Questo potrebbero essere una strada da percorrere, non solo per le mie aziende ma per tutti. Tant’è che il grandissimo successo del Prosecco – conclude Guzzo – è dovuto a questo; il Prosecco è fatto con il metodo italiano: vini freschi di grande bevibilità e di facile approccio”.
A Spumantitalia l’enologo di Aragona è stato anche relatore nella masterclass dal titolo Abruzzo effervescente.