A Lampedusa, l’Amministrazione Comunale intenderebbe realizzare un “gran ponte” lungo 130 metri, sul mare, per collegare il Porto vecchio con il Porto nuovo, per di più in un’area sottoposta a vincoli ambientali, paesaggistici e archeologici. La struttura, infatti, sostenuta da robusti piloni che poggerebbero sul fondale, dovrebbe essere edificata di fronte a un’area di interesse archeologico, Cala Salina.
«Un progetto vecchio, obsoleto, concepito oltre trent’anni fa, la cui utilità è tutta da dimostrare» – sostiene Italia Nostra, puntualizzando che «Lampedusa è sottoposta a un Piano paesaggistico finalizzato a tutelare e valorizzare l’incomparabile bellezza dell’Isola. Un piano che non può prevedere un’opera di tale brutalità, di tale impatto ambientale, visivo e paesaggistico. Un’opera che offenderebbe gravemente quella porzione di paesaggio costiero».
Per quanto sopra, Italia Nostra si dichiara fermamente contraria alla realizzazione del progetto di tale “infrastruttura”. Peraltro, sembra che il progetto manchi di VAS e VIA. Il territorio di una piccola isola non può essere aggredito con opere di questo tipo. I soldi dei contribuenti non possono essere spesi per sfregiare le bellezze che Madre Natura ci ha generosamente elargito e di cui dobbiamo avere cura. Un esposto alla Magistratura per l’accertamento della regolarità delle procedure ci sembra dunque inevitabile.
Infine ci chiediamo: quando avremo, in Sicilia, una classe politica pienamente consapevole dei valori ambientali e culturali che questa terra straordinaria custodisce e generosamente ci offre? Valori fragili sempre a rischio. Valori che vanno custoditi, tutelati e sapientemente valorizzati.