Un terremoto alle pendici dell’Etna scuote il catanese
Tra Natale e Santo Stefano un terremoto di magnitudo 4.8 ha copito la provincia di Catania, l’epicentro nel comune di Viagrande, alla profondità di 1 chilometro. Per tutta la giornata del 26 dicembre sono proseguite le operazioni d’intervento connesse per il soccorso alla popolazione e per il ripristino delle condizioni minime di sicurezza.
La scossa ha provocato consistenti danni strutturali a numerose abitazioni private e strutture pubbliche, i principali interventi dei Vigili del Fuoco sono stati effettuato nei comuni di Viagrande, Trecastagni, Acireale, Aci Sant’Antonio, Aci Catena, Zafferana Etnea, Giarre e S.Venerina.
È stato tempestivamente disposto l’invio di quattro sezioni operative versione sisma dai comandi di Palermo, Messina, Siracusa ed Enna mentre altre due sezioni operative sono giunte dalla Calabria, dai comandi di Reggio e Catanzaro.
Nella serata, è stato disposto l’invio di ulteriori quattro sezioni operative regionali dai comandi di Trapani, Caltanissetta, Ragusa ed Agrigento. Fin dalla mattina il comando di Catania ha disposto il raddoppio del turno di servizio. Al momento, stanno operando 326 unità con il supporto di 101 automezzi.
Nelle prime fasi d’intervento sono state soccorse e tratte in salvo una cinquantina di persone rimaste bloccate nelle abitazioni danneggiate, tra queste, 10 hanno riportato ferite. In seguito, altre persone hanno fatto ricorso ai sanitari per malori o ferite varie.
Presso le sedi dei Comuni di Zafferana Etnea, Santa Venerina, Aci Catena e Aci S. Antonio, sono stati istituiti i COC (Centro Operativo Comunale), ad Acireale è attivo un COM mentre presso la Prefettura è attivo il CCS (Centro Coordinamento Soccorsi).
L’attività sismica dell’Etna rimane sotto controllo, così come l’attività del magma che continua a muoversi e che potrebbe portare all’attivazione di altre faglie. Quella che ha causato il terremoto delle notte di Santo Stefano è la faglia di Fiandaca, la stessa del terremoto del 1984.